Food marketing: cos’è e come farlo
È ormai un dato di fatto noto a tutti come i consumatori stiano progressivamente modificando i propri desideri anche nel settore gastronomico, diventando sempre più esigenti e selettivi.
Riguardo al food marketing, cos’é e come farlo è quindi necessario tenere conto dei gusti e delle necessità di chi utilizza, con sempre maggiore frequenza, questo mercato di riferimento.
Che cosa si intende per food marketing
Il consumo non è più l’unica finalità dell’acquisto di alimenti in quanto il pubblico è alla ricerca soprattutto di esperienze sensoriali collegate al cibo, di emozioni derivanti dal consumo di selezionati prodotti DOP, in grado di riassumere tradizione e innovazione.
Grazie alla modificazione dello stile di vita, dove la maggior parte dei consumatori è tenuta a mangiare fuori casa per un insieme di motivazioni prevalentemente lavorative, l’obiettivo è diventato quello di rivivere anche outdoor le medesime sensazioni offerte dal desco famigliare.
Ecco perché non è più possibile consumare un veloce tramezzino magari stando in piedi davanti al bancone di un bar, ma è invece preferibile mangiare per stuzzicare i sensi e per socializzare, insomma per autodefinirsi e personalizzarsi.
Il food marketing consiste quindi in una strategia di mercato che nasce esattamente dal tipo di aspettative che i consumatori mostrano nei confronti del settore alimentare e comprende tutte quelle tecniche che mettono in rapporto gli operatori con gli utilizzatori finali del cibo.
A tale riguardo, oltre alla qualità delle materie prime, altri aspetti rilevanti diventano il tipo di preparazione, la presentazione, l’ambiente in cui il cibo viene consumato, insomma tutto quello che contribuisce a creare una determinata esperienza sensoriale (food experience).
È chiaro come anche l’immagine rappresenti un punto di forza della strategia, dato che un convincente e incisivo storytelling contribuisce inevitabilmente al successo di un cibo.
Su queste basi è nato il successo dello street food che, utilizzando materie prime non particolarmente pregiate, è comunque diventato un must in ambito gastronomico, in quanto capace di selezionare alimenti che tutti desiderano consumare.
Si può quindi affermare che il food marketing consista nella capacità di caratterizzare emotivamente il cibo, conferendo una connotazione comunicativa non soltanto legata a sapori ed aromi, ma a tutti i sensi (vista, udito e tatto).
Come si fa il food marketing
Fare food marketing significa essenzialmente essere in grado di coinvolgere i sensi per costruire uno specifico feeling tra il consumatore e ciò che verrà consumato.
Alle spalle di tutto ciò esiste ovviamente una food indusrty comprendente la catena di produzione e distribuzione del cibo, che segue determinati percorsi di lavorazione e di confezionamento (non bisogna infatti dimenticare il ruolo fondamentale del packaging).
Si possono distinguere due differenti opzioni: da un lato la lavorazione industriale degli alimenti e d’altro lato quella a chilometro zero.
Mentre nel primo caso sono previsti numerosi passaggi e quindi tempistiche più dilatate, nel secondo caso il percorso è decisamente più corto in quanto non schermato dalla filiera industriale.
Per portare avanti adeguatamente un progetto di food marketing è necessario tenere conto di due aspetti, che sono:
Surplus di merce
Di norma il mercato del cibo presenta un’eccedenza di prodotti che, rimasti invenduti, creano notevoli problematiche di smaltimento da evadere in tempi molto contenuti;
Scarsa possibilità di differenziazione
Le materie prime sono sempre le medesime, indipendentemente dal loro marchio, mostrando dunque uno scarso margine di differenza.
Per fare food marketing in maniera produttiva è necessario puntare sulla qualità, che può essere oggettiva (realmente accettata da tutti gli utenti), soggettiva (personale) e percepita (dipendente dalle singole esperienze gustative e derivante da un mix delle precedenti).
I nuovi consumatori coinvolti dal food marketing sono stati denominati “foodles”, ovvero persone particolarmente attente alle caratteristiche organolettiche degli alimenti, alla loro origine, ai procedimenti di preparazione, oltre che alle calorie contenute in essi.
Per loro l’esperienza gustativa rappresenta il mezzo per scoprire emozioni inedite e derivanti da una perfetta fusione dei sensi, che essi sono spinti a condividere sui social, interagendo con altri individui interessati alle stesse dinamiche.
Proprio per questo il futuro del food marketing è sempre maggiormente orientato verso un’impostazione digitale, ormai indispensabile per poter vendere con successo i prodotti alimentari.
Per una corretta (e vantaggiosa) strategia di food marketing è necessario seguire i seguenti aspetti comunicativi, che sono:
- Brand strategy: finalizzata a diversificare il proprio prodotto da quelli dei competitor;
- Posizionamento: utilizzando la SEO per conquistare posizioni favorevoli sui motori di ricerca;
- Emoziotional content strategy: facendo ricorso a food storytelling e contenuti visuali impattanti;
- Estetica: puntando sulla presentazione dei cibi (bellezza delle immagini);
- Social activity: servendosi in maniera corretta dei social network;
- Engagement dell’utenza: potenziando il senso d’appartenenza della clientela;
- Digitalizzazione: facendosi trovare facilmente in rete;
- Influencer: scegliendo i personaggi più autorevoli e attendibili in grado di sponsorizzare i propri prodotti.